Agens, l’intervista al DG Molina:”Nessuna anticipazione fino alla fine delle territoriali. Dobbiamo però voltare pagina…”

L’intervista al DG di Agens Fabrizio Molina, il quale ha esposto il suo punto di vista sulla Prima Assemblea Programmatica di Agens.

 

Ecco un estratto dell’intervista:

Molina, dopo gli incontri in remoto ora si apre una nuova fase dell’assemblea programmatica fatta di incontri con le diverse aziende con un occhio attento al territorio.
Una novità per Agens fare assemblee a Mi-lano, Napoli e Firenze…

 

Sì una novità o, meglio, una prassi, quella delle assemblee territoriali, obbligatoria, normale e sana, quando i corpi intermedi erano forti e la partecipazione era considerata un valore nella misura in cui era reale e non fittizia. Una prassi faticosa quella di ascoltare, mediare, fare sintesi e, allo stesso tempo, conservare l’anima di ciò che si è e si vuole essere. Un lavoro faticoso come faticosa è la democrazia. II Consiglio Generale, su proposta del presidente Giana, ha voluto aggiungere questo tassello al mosaico della nostra politica associativa, fatta di una volontà di cambiamento, che certo non comincia oggi. Da anni crediamo che la rappresentanza debba cambiare, tornare ad essere lo strumento principe della vita col lettiva e associata. E questo principio non va predicato ma praticato, per questo siamo partiti da noi…”

 

Una delle caratteristiche della vostra associazione che balza all’occhio ella grande disparità delle forze in campo: da una parte il grande Gruppo delle Ferrovie dello Stato Italiane, dall’altro alcune piccole e medie aziende di trasporto locale, oltre naturalmente alcune delle spa municipalizzate.
Una convivenza facile?

 

Non è questa la realtà. Agens è stata a lungo l’associazione del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane. All’inizio del secondo decennio dei duemila, le stesse FS Italiane e le più importanti aziende di TPL del Paese, hanno capito, meglio e prima di molti altri, che non si poteva più ragionare per sotto segmenti (ferro, gomma, pubblico, privato…) ma di mobilità. E per farlo occorreva crescere, contaminarsi, rappresentare la complessità e l’articolazione del trasporto pubblico su terra e poi, in una sede più ampia, quella di Federtrasporto e di Confindustria – ragionare di mobilità tout – court.
Le nostre imprese, come sempre capita, hanno capito per prime ciò che serviva, nol, prima con fatica poi con piu sprint, ci siamo lasciati provocare dalla necessità di cambiamento e abbiamo cominciato a ‘darci dentro’.
Ma c’è ancora molto da fare, da cambiare, da innovare. Sopravvivono ampie sacche di resistenza e di gioco in difesa. Ci sono vasti ‘territori’ da acquisire al cambiamento.”

 

Ma poi c’è anche il ‘pubblico’ ed il ‘privato’: anche qui un’eccezione: l’incumbent ferroviario e il più grande privato, il gruppo Autoguidovie. Le assemblee locali dovrebbero essere un’occasione interessante di confronto. Più volte negli incontri è risuonato il richiamo alle ‘Tesi’ dell’Agens fondata dal professor Mortillaro. Le volete rinfrescare?

 

“I nostri associati conoscono bene la differenza tra proprietà pubblica e privata. Ma sanno anche che il tema oggi non è se la proprietà del pacchetto azionario sia pubblica, privata e in che percentuale. Lo abbiamo imparato anche come Confindustria, visto che i 5 principali contribuenti della Confederazione sono pubblici. II problema è, semmai, se si possa fare impresa o no.
Se si intenda o no dare alle imprese le leve tipiche di chi sta nel mercato, di chi fa efficienza, di chi sa competere. Se un ente appaltante, in una grande città italiana o in una remota contrada, crede che per fare bene il proprio lavoro debba controllare acquisti, investimenti e assunzioni, vuol dire che non siamo ancora usciti dagli anni ’70 e dalle Partecipazioni Statali. Chi gestisce una azienda pubblica ha delle responsabilità e dovrebbe avere la titolarità delle leve, se sbaglia, paga in proporzione all’errore. Tutto qui. Quanto alle nostre Tesi, non è lecito per me parlarne, perché sono state inviate in bozza ai delegati territoriali e saranno con loro discusse. Parlarne ora sarebbe una grave leggerezza. Certo ci sono dentro proposte, idee, voglia di vivere e non di sopravvivere da parte delle nostre imprese. Non per fare filosofia, ma sopravvivere non e quasi vivere, ma il suo contrario.”

 

Dopo aver discusso con i territori l’intero percorso dell’assemblea programmatica si chiuderà a metà luglio a Roma. Qualche anticipazione?

 

Guardi, come le dicevo non ho anticipazioni da fare, fino almeno alla fine delle Assemblee territoriali. Noi andremo a sentire ‘a casa loro’ il polso delle aziende, non faremo sceneggiate, cioè facendo finta di farlo. Mi aspetto anche che alcune nostre tesi vengano pesantemente ‘fatte a pezzi’. Ci siamo un po’ disabituati al conflitto delle idee; il conflitto disarmato delle idee è fecondo sempre e comunque; questa certezza era esattamente quella di Felice Mortillaro e che ha animato tutta la sua vita e quando ha fondato Agens. Un conflitto che combatte per le proprie idee con coraggio e umiltà, con determinazione e spirito inclusivo, senza la molliccia attitudine a dire qualcosa che non scontenta mai nessuno. E’ forse anche per questa eterna melassa che come sistema mobilità, pur avendo tutto per volare, non spicchiamo mai il volo. Ora, però, come dicono i giovani ‘anche basta’.
Ora dobbiamo voltare pagina: ecco forse è questa l’anticipazione che mi chiedeva.”

 

Intervista a cura di Antonio Riva.

Link intervista: https://www.mokazine.com/read/ferpress/mm387